Giotto ed i suoi successori


 Un diverso itinerario conduce il turista fra i capolavori di Giotto.  Grazie all'innovativo linguaggio del ciclo pittorico della Cappella degli Scrovegni, Giotto diede un notevole impulso al rinnovamento della pittura in Padova. Gli affreschi della Cappella furono fonte di ispirazione per molte generazioni di artisti, attivi nella città dal XIV secolo. Tutti gli artisti chiamati in città dai Signori di Padova (la Famiglia Carrara), dagli ordini religiosi, dalle famiglie nobili, furono in qualche modo in influenzati dal maestro fiorentino. Guariento, Altichiero e Giusto de' Menabuoi, lasciarono i loro capolavori nelle più importanti costruzioni religiose e civili della città e mostrano un'impronta stilistica tipica dell'opera di Giotto. La Cappella degli Scrovegni possiede il più famoso ciclo di affreschi realizzato da Giotto fra il 1303 ed il 1305 rappresenta un capolavoro unico dell'arte figurativa; sopra l'ingresso si trova il famoso Giudizio Universale. Si prosegue l'itinerario con la Chiesa degli Eremitani, che fui eretta fra il 1260 ed il 1306 per i frati Eremiti. Nel XIV secolo divenne una delle più importanti chiese di Padova e venne decorata dai migliori artisti presenti in città. Durante la Seconda Guierra Mondiale le bombe diistrussero buona parte della chiesa e dei suoi meravigliosi affreschi. Le sue principali caratteristiche sono lo splendido soffitto a volte in legno e la Cappella Ovetari decorata con ciò che resta degli affreschi realizzati da grande maestro del Rinascimento Andrea Mantegna e rappresentanti la vita di San Giacomo e San Cristoforo. La navata laterale ospita le tombe di Ubertino e Jacopo Carrara, Signori di Padova nel XIV secolo, opera del maestro veneziano Andriolo de' Sanctis. La cappella laterale è decorata con affreschi di Guariento e Giusto de' Menabuoi; di grande interesse anche il portone laterale del XV secolo, opera di Nicolò Baroncelli con bassorilievi che rappresentano i mesi.

Proseguiamo nella visita incontrando il Palazzo della Ragione, centro commerciale e civile di Padova, antica sede dei tribunali cittadini. La struttura originaria fu ampliata fra il 1306 ed il 1309 da Frà Giovanni degli Eremitani che elevò le mura, aggiunse le due logge esterne e coprì l'intera struttura con un incredibile tetto a carena di nave; demolì le pareti interne che formavano tre vani al primo piano così da formare una sorta di piazza coperta, detta il "Salone", la più grande sala pensile d'Europa. Come riportato da antichi documenti, Giotto fu incaricato di decorare gli interni, ma i suoi affreschi furono distrutti da un incendio nel 1420 e sostituiti da quelli realizzati da Nicolò Miretto, Stefano da Ferrara ed altri artisti; il ciclo consiste in 333 dipinti che coprono le quattro pareti e rappresentano un raro esempio di ciclo astrologico medievale, ispirato dal famoso uomo di lettere e fisico Pietro d'Abano: gli affreschi possono essere divisi in due sequenze, la più bassa è interrotta dai vani delle finestre ed incorniciata da un motivo architettonico di piccoli archi dipinti; il livello più alto è diviso in tre file, una sotto l'altra, che contengono tutte la medesima sequenza di immagini (un apostolo, un mese dell'anno, un segno dello zodiaco e corpi celesti). Nell'angolo posto a sud-ovest vi è una grande scultura lignea rapppresentante un cavallo e risalente 1466, forse una copia della scultura equestre realizzata da Donatello per la statua di Gattamelata che si trova di fronte alla Basilica di Sant'Antonio.

Arriviamo ora a Palazzo Liviano, sede della facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Padova e del Museo di Scienze Archeologiche ed Arte , fu costruito nel 1939 su progetto di Giò Ponti ed include parti dell'antico palazzo Carrarese; nella Sala dei Giganti si può ammirare un magnifico ritratto di Francesco Petrarca, frammento di un originale affresco del Quattrocento, ritenuto uno dei più somiglianti al poeta, recentemente attribuito ad Altichiero. Il Battistero della Cattedrale è un magnifico esempio di romanico lombardo; costruito probabilmente verso la fine del XII secolo, nel XIV secolo Francesco Il Vecchio da Carrara e sua moglie Fina Buzzacarini, pensarono di trasformarlo in cappella di famiglia. Il Battistero fu ampliato e subì modifiche: fra il 1375 ed il 1378 l'interno fu completamente affrescato da Giusto de' Menabuoi che vi lasciò uno dei migliori cicli di affreschi del XIV secolo; sulle pareti Giusto dipinse scene dal Vecchio e Nuovo Testamento; la cupola rappresenta il Paradiso in cui Cristo è mostrato circondato da Angeli, Santi e dalla Vergine.